giovedì 7 febbraio 2013

Coppie di fatto ma non solo

Se c'è una legge giusta che il governo tecnico guidato da Monti ha varato è quella che ha reso finalmente uguali tutti i figli: niente più legali o naturali, dentro o fuori dal matrimonio. Solo figli. Anzi, vorrei sentire le ragioni di quei 31 che avevano votato no alla Camera. Non si risolve però il nodo delle coppie di fatto che chiedono tutele e diritti come per le coppie sposate. Ora, qui la questione è diversa, meno scontata e molto più ingarbugliata. Non voglio avventurarmi nella discussione ma solo limitarmi a considerare la condizione di chi ha la possibilità di tutelarsi semplicemente con il matrimonio (che, a essere pragmatici, è un contratto): per qualsiasi coppia eterosessuale (rimandiamo a un altro capitolo l'irrisolta questione dei diritti delle coppie gay) basta andare in Comune, mettere due firme et voilà, diritti acquisiti. Certo, anche doveri. Ma questo mi sembra giusto e doveroso. Altrimenti, si va dal notaio e si mette nero su bianco tutto quello che si vuole regolamentare nella coppia. Insomma, in questi casi non capisco dove sta la falla legislativa (a chi dice che in ospedale non ti danno informazioni sul convivente: in realtà in ospedale se non c'è l'assenso non ti devono dare informazioni nemmeno sul marito o la moglie, mentre tu puoi indicare come persona da informare anche il vicino di casa). 
Ieri però mi sono andata a vedere un asilo nido dove iscrivere mia figlia e, parlando di costi, Isee e rette, l'insegnante mi ha chiesto: «Lei è sposata?» «Sì» «Ah, allora niente...». Allora cosa? Semplice: se una coppia non è sposata per l'iscrizione al nido si considera solo l'Isee della madre, altrimenti si sommano i redditi di tutta la famiglia. Quindi, indovinate, chi paga di più? O dimostriamo che nelle coppie conviventi (e solo in quelle) compagni e padri si spendono tutto il loro stipendio gozzovigliando e lasciano compagne e figli a cavarsela da soli (dubito fortemente...) o questo sistema va decisamente rivisto. 

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