martedì 15 gennaio 2013

Lavorare gratis, anche no

Nell'esperienza di tutti i giorni non è una novità: sempre più spesso ci si trova a lavorare tanto, ma per poco. Retribuzioni sotto il livello della decenza, compensi tagliati anno dopo anno. In media le donne guadagnano il 17% in meno degli uomini in Europa (in Italia va anche peggio) tanto che la parità di genere sul lavoro è ancora un obiettivo lontano. Un dato però è ancora più sconfortante e lo registra oggi l'Acta (Associazione consulenti terziario avanzato) con uno studio sulle libere professioni: si lavora gratis. Non solo c'è meno domanda di servizi a causa della crisi, i pagamenti sono dilazionati nel tempo, il prezzo è l'unico fattore considerato (più della competenza). Oltre la metà degli intervistati lavora gratuitamente: per il 37% è una richiesta occasionale, per il 15,9% si tratta invece di un fenomeno frequente. E se si dice di no? C'è qualcun altro pronto a farlo, come denunciato dal 51%. Non è così in tutti i settori, il lavorare gratis è all'ordine del giorno in aree come pubblicità, editoria e design e tra gli architetti. Eppure accettare di non essere retribuiti lede sia la propria professionalità, sia quella degli altri. Il compenso è fondamentale per poter parlare di lavoro. Altrimenti chiamatelo volontariato.

Nessun commento:

Posta un commento